Al gran ballo delle mascherine

di Monica Melotti

“Se la moda è innanzitutto contagio  è giusto che si prenda la rivincita contro il virus, tornando a indossare la corona che per un attimo gli è stata tolta”. A dirlo è la giovane stilista torinese Cristina Tardito, alias Kristina Ti, che dall’eponima boutique online propone un set di mascherine, anche nella versione mini adatte ai pargoli, che fanno ‘pendant’  con le sue irresistibili  proposte di moda. Vero è che da un po’ di mesi non si parla d’altro, e quello che un tempo era il posto indiscusso riservato al Fashion, che trovava ampio spazio sulle prime pagine di giornali e riviste, adesso è occupato dalla situazione pandemica causata dal coronavirus. E poichè la mascherina è diventata obbligatoria anche all’aperto, tanto vale adeguarsi con un certo stile, come ben ci ricorda la giornalista di Vogue Sarah Spellings nel suo articolo  “Cloth Masks to Shop Now” , a cui mi sono ampiamente ispirata per parlare di quello che si è trasformato in breve tempo, in un vero e proprio accessorio di moda. Non a tutti, infatti, piace l’idea di indossare la mascherina chirurgica in garza plissettata di un pallido color ceruleo che fa tanto Grey’s Anatomy.

Lo sa bene l’influencer Ida Galati , per esempio, che ha lanciato dal suo profilo Instagram @lestanzedellamoda un filtro mascherina davvero carino dai  colori pastello e fiori gentili, ideale per sdrammatizzare la situazione, soprattutto in presenza di figli più piccoli.Stile profetico. Billie Eilish in occasione dei Grammy Awards in gennaio, si presenta con una mascherina griffata Gucci che le copre parte del volto. Anticipando il contagio reale e quello nella versione fashion.Ma facciamo un passo indietro. La prima a indossare la mascherina, ignara di quello che sarebbe poi accaduto in Usa a distanza di poco tempo, è stata la pop star Billie Eilish, che ai Grammy Awards, a fine gennaio, ne indossò una firmata Gucci. Il là era stato dato. La mascherina antismog di Fendi in tessuto monogrammato, un lusso da strada proposto a 190 euro. La stilista Chiara Boni nel suo salotto di casa e l’inseparabile mascherina anti-covid. Una delle lavoratrici nello stabilimento di Hugo Boss di Metzingen (Baden Württemberg) impegnata nella produzione di una delle 160 mila mascherine lavabili donate a scopo benefico al personale ospedaliero. Lapo Elkann, impegnato in un charity, Nevergiveup,  attraverso la Fondazione Laps, a favore della Croce Rossa Italiana, che ha per fine la distribuzione di dispositivi di protezione personale, come mascherine chirurgiche declinate nel tricolore italiano.

Mask LePandorine

Mask LePandorine

Mascherine artigianali

L’offerta è ampia, sulla rete si trovano tutorial sul ‘do-it-yourself’, ma chi non volesse cimentarsi, per mancanza di tempo o di voglia, trova mascherine a prezzi molto ragionevoli.  E’ il caso del brand Le Pandorine che ha realizzato il progetto MAP, Masque a Porter, ovvero  ‘parlanti e ironiche’, lavabili in lycra, sia per uomo sia per donna (17 euro).  Noto per le sue frasi divertenti sulle borse, che ora rimbalzano in primo piano anche sulle mascherine.

Del tipo: ‘Torneranno i tempi in cui l’unica cosa contagiosa sarà la risata’, ‘Io non sogno, progetto realtà alternative’, ‘Se insisti e persisti raggiungi e conquisti ‘e ‘Stronger than ever’, stampate su tessuti animalier, camouflage, vichy o a stelline.

Monica Sarti ha, invece,  lanciato il progetto MonniFaceMask, che realizza mascherine utilizzando i tessuti e le fantasie delle sciarpe di Faliero Sarti. Sono realizzate in cotone, seta, cashmere e modal , da abbinare al  porta-mascherina. L’Atelier Sabelle di Firenze, abituato a creare capi vintage, rimodellati e impreziositi con tessuti e ricami, ha impiegato la stessa artigianalità per realizzare originali copri-mascherine.

Le mascherine dell’artista Etai Drori che ha utilizzato la tela monogram di Vuitton

Lapo never give up

La sposa perduta

Maggio doveva essere il mese delle spose, ma in tempo di Coronavirus anche i matrimoni vengono rimandati. L’Atelier Tosetti di Como, specializzato in abiti nuziali, ha deciso di creare occhiali, guanti, copri-mascherina e schermi protettivi in “limited edition”. Si tratta di mascherine in pizzo, materiale che riappare nei riporti dei guanti in lattice, o nei fiori applicati a  rilievo, una ‘parure’ da abbinare, per un perfetto total-look anti-coronavirus, a occhiali protettivi. Le mascherine sono rigorosamente in seta, sanificabili e all’interno hanno una membrana protettiva. Finalmente Sposi, felici e protetti,  è anche il leit-motive del fashion brand My Boutonnière, nato da progetto di Antoinette Petruccelli, specializzato nel creare fiori preziosi quanto delicati da cravatte e foulard dimenticati, ha realizzato la “mascherina bouquet” per la sposa, e non solo, un bouquet di fiori di seta bianchi o colorati,  perché la paura, che di questi tempi fa novanta,  si può anche affrontare con eleganza.

(Fonte: Neveglam.com)

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